Il mio lato feticista - Milano Trasgressiva

Il mio lato feticista - Milano Trasgressiva

Questa avventura successe molti anni fa. Avevo circa 25 anni (ora ne ho 46). ... All'epoca conobbi una ragazza di nome L. Era fidanzata con un ragazzo molto più grande, ma era evidente una attrazione comune e una insoddisfazione derivante dall'attuale rapporto. L. all'epoca aveva circa la mia età, forse un paio di anni in meno, era una ragazza alta circa 1 metro e 70, capelli lunghi e lisci colore castano scuro e occhi castani tendenti al verde; un seno da terza piena, molto sodo, e un corpo da favola. Ci siamo conosciuti tramite amici comuni, e subito scoppiò una simpatia e una sintonia incredibile. Anche se erano pochissime le volte in cui potevamo stare soli a parlare, ridere e scherzare, quando capitava mi sentivo al settimo cielo. La storia fu breve ma intensa, fu difficile arrivare al dunque per la quasi costante presenza del fidanzato. Una domenica pomeriggio, però, successe che ci vedemmo in un parco insieme agli amici (e con il fidanzato). Nel parco giocammo a pallone, come spesso capitava, concludendo il pomeriggio sdraiati sugli asciugamani sul prato a chiacchierare tutti insieme. Quel pomeriggio il fidanzato dovette andare via anzitempo per prepararsi per una cena familiare. Così dopo aver giocato a pallone mi avvicinai al suo volto e le sussurra ad un orecchio se voleva venire a casa mia per continuare il pomeriggio, magari prendere due pizze e chiacchierare un po'. Lei acconsentì. Salutami gli amici, salimmo sulla mia scassatissima autone ci dirige mo verso casa. La tensione era palpabile, sapevamo di essere ad un punto di non ritorno, ma con le dita incrociate sul cambio "guidammo" verso casa. Arrivati a casa, accaldati dal pomeriggio e dalle fatiche delle partite a pallone dove anche lei aveva partecipato, le offrii da bere. Bevemmo la nostra bibita, ma decisamente non ci fu nemmeno il tempo di terminarla.... Ci fu un bacio intenso e prolungato, e le nostre lingue si inseguivano e a crescevano la nostra eccitazione fatta di paleggiamenti e strusciamenti. Mi rimase impresso il suo seno sodo. Un momento paradisiaco interrotto solo da un suo impellente bisogno corporale. Mi chiese di andare in bagno. La accompagnai e la lasciai sola, tornando sul divano e fantasticando sul bacio e su quello che sarebbe potuto accadere. Appena torno, mi confessò, ridacchiando che le scappava tanto la pipi e non avrebbe potuto trattenerla oltre. Riprendemmo da dove avevamo interrotto con lungji baci, leccare e palpeggiamenti. Iniziai a toglierle la maglietta profumata da pomeriggio passato a praticare attività sportiva. La foga, l'eccitazione era talmente tanta che nessuno di noi due ebbe il tempo di darsi una rinfrescata. Per me era il paradiso. Un feticista in questa situazione capisce di avere un occasione imperdibile con una ragazza bellissima. Inizia a toglierle il reggiseno passando la mia lingua su quel corpo e sui seni beandomi dell'intensità del profumo della sua pelle. Mi abbassati, inizia a toglierle le scarpe da ginnastica. Le portai al viso e le annusai. Sapevano di lei. Mi apparvero i suoi calzini bianchi, ormai non più bianchi, leggermente umidi e con un odore piuttosto insistente. La guardai nei suoi grandi occhi, lei sorrise, e io mi gettai tra i suoi piedi aspirando ogni profumo arrivasse dai suoi calzini e dai suoi piedi. Le tolsi i calzini con la bocca, ero al settimo cielo.... Piedi bellissimi che già avevo avuto modo di ammirare nelle serate in discoteca insieme agli amici con i suoi sandaletti aperti. Erano bellissimi, proporzionati con il cui corpo, dita piccole e racchiuse. Appoggiai le mie labbra sul suo piede destro e mi venne istintivo tirare fuori la mia lingua e continuare quello che avevo iniziato. Con gli occhi socchiusi lei mi sussurrò "continua!".... Continuai a leccare con devozione entrambe le estremità per ripulire da una giornata di sport e di fatica chiuse all'interno delle sue scarpe, mentre L. Iniziò a infilare le mani nella sua tuta e nelle mutandine toccando la sua figa. Passarono circa 10 minuti, dopodiché mi chiese "toglimi la tuta e spogliati..." mi spogliai velocemente rimanendo nudo con il mio cazzo completamente eretto che stava per scoppiare. Mi accovacciai tra le sue gambe e delicatamente iniziai a sfilarle i pantaloni. L'odore di sesso, di sudore e di una giornata intensa ormai aveva saturato la stanza. Ero quasi certo di trovarmi davanti ad una ragazza con una certa indole feticista. Ma la conferma arrivò dopo. mi trovai davanti alle sue mutandine bianche e di pizzo, umide di desiderio. Mi avvicinai con il naso e odorai appieno dei profumi che acaturivano dal suo sesso. Profumi intensi derivanti dalla giornata, dall'eccitazione e dalla pipi fatta poco prima. Non potevo chiedere niente di meglio. le sfilai le mutandine e la sua figa mi apparve nel suo splendore. Una figa pelosa ma ordinata con le labbra umide e leggermente aperte. Mi ordinò perentoriamente di leccarla e di portarla al piacere. Non potevo chiedere altro. La mia lingua tra le sue gambe era come un fuoco. Voleva che la ripulissi dai suoi umori, che continuavano a fuori uscire, dalla sua pipi e dal suo sudore. Ancora ancora e ancora continuai, un sapore deciso, forte, un misto tra il dolce dei suoi effluvi e il salato della sua pipi e del suo sudore. Il cazzo ormai stava per esplodere. Le sollevati le gambe, allargandole ed esponendo meglio il suo sesso e il suo forellino anale. Continuai a leccare e a percorrere con la lingua lo spazio ristretto tra la sua profumata figa e il suo culo. Il sapore quando arrivava al suo didietro era leggermente amarognolo, segno che aveva espletato i suoi bisogni, ma la pulizia non era stata approfondita. Eravamo come in un girone dantesco, avrei fatto qualsiasi cosa per lei e per continuare. Dopo alcuni minuti mi blocco la testa fra le sue mani, e mi tirò su. Eravamo entrambi in piedi e riprendemmo a baciarci. Lei iniziò a inginocchiarsi e prese il mio membro in bocca. Devo confessare che, considerata la giornata passata fuori e la foga del momento, anche io non ero propriamente "pulito"; ma a lei sembro non importare, e dopo averlo assaporato continuò a pompare con la sua bocca e le sue labbra portandomi al limite della resistenza. Quando capì che ero prossimo a venire si butto sul divano aprendo le gambe e invitandomi a immergere il mio membro nel suo scrigno umido e profumato. Ricordi che fu incredibile. Andai avanti per molto tempo nonostante l'eccitazione, ma la mia piccola "streghetta" voleva venire, e voleva farlo insieme a me. Mi abbracciò, stringendomi forte, e quando si accorse che stava per venire, mise una mano tra i globi del mio sedere e spinse il suo medio nel mio forellino, facendolo andare avanti e indietro in maniera veloce. Non fu piacevole. Mi prese a secco e nonostante le dimensioni mi sentii strappare. Ma su eccitante e venni dopo pochi colpi abbondantemente dentro di lei. Eravamo esausti sul divano. Ormai era serata inoltrata e i nostri corpi madidi di sudore e coperti dal profumo di entrambi i sessi erano avvolti in un tutt'uno. Fu un esperienza che non dimenticherò mai. La mia dolce streghetta. Lei che in un pomeriggio ha riconosciuto la mia indole feticista e l'ha portata ai massimi livelli. Lei parti qualche settimana dopo per Montecarlo. Non l'ho più rivista ne contattata. Ogni tanto guardo il suo profilo sui social network e mi torna in mente questo pomeriggio.

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